Paura del NO CONTACT

No Contact per Riconquistare: come gestire la Paura

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Ho deciso di trattare questo argomento perché spesso le persone si lasciano traviare dalla paura, facendosene coinvolgere ed influenzare negativamente. 

Andiamo a fare qualche esempio.

A che cosa serve la paura? La paura serve, di base, a mantenere. È un istinto di sopravvivenza che si innesca nel momento in cui stai per perdere qualcosa. 

Se per esempio – facciamone uno molto semplice – mi trovo di fronte ad un leone che sta per attaccarmi la paura mi permette di sfuggirgli e quindi di sopravvivere. 

Ma il problema della paura in termini di Riconquista può riguardare il periodo del No Contact, manifestandosi in questo pensiero:

“Se mi allontano dalla mia Ex ho paura di perderla definitivamente”.

Pensiamo a quella situazione in cui Lui e Lei si sono lasciati, però ogni tanto un qualche messaggio avviene, ogni tanto c’è un qualche tipo di comunicazione, e di conseguenza il distacco totale può fare paura, perché scattano automaticamente in testa tutte le domande del caso:

“E se lei adesso avesse un altro? E se distaccandomene la perdessi per sempre?”.

La paura funziona in termini di sopravvivenza, è quello il suo posto, ma dal punto di vista della Riconquista e delle azioni sociali invece genera reazioni che possono rivelarsi dannose. 

No contact: le Esperienze

Immaginiamo che il nostro amico Pippo – visibilmente triste – voglia riconquistare la sua Ex, che chiamiamo Clara, già un po’ più contenta. Lo è perché si è appena liberata di una spina nel fianco (Pippo).

Cosa andiamo a fare concretamente? 

Andiamo a mettere in pratica il No Contact.

Pippo guardando online ha scoperto che esiste questa cosa chiamata No Contact: un periodo di tempo indicativo (io dico 35 giorni, ma non sono scolpiti nella pietra), in cui lui si deve staccare da Clara. Ma visto che Pippo ha paura che Clara prenda un’altra direzione ogni tanto si fa sentire con qualche messaggio. 

Pippo è vittima di paranoie che gli fanno pensare:

“Ma se io mi staccassi completamente, sarebbe come darle il via libera per andarsene?”.

Ovviamente questo è un esempio. Ma più o meno il discorso mentale di Pippo potrebbe essere questo, perché Pippo è visibilmente turbato, poco lucido nelle sue scelte. 

Tenetelo presente, si tratta di un grosso problema: la paura che Pippo prova nei confronti del No Contact è una paura assolutamente fondata – o almeno, trova senso nella spiegazione che Pippo si dà. Perché pensa:

“Se lei si allontana, io non sarò più in grado di agire”. 

No contact se lei ha un altro

Partiamo dal presupposto che Clara è perfettamente libera di fare ciò che le pare. Può rimanere dove sta, può allontanarsi, oppure può incontrare un altro personaggio, che chiameremo Rocco. Sì, perché può esserci un Rocco che la va a soddisfare emotivamente parlando. 

E quando Pippo si mette in paragone a Rocco sperimenta quello che è un complesso di inferiorità. Ecco un altro motivo per cui quando pensa alla regola del No Contact prova paura, ma Pippo pensa queste cose da un punto di vista completamente sbagliato, perché il concetto del No Contact va compreso nei suoi più minimi termini. 

Pensiamo ad uno schema, un diagramma cartesiano.

Orizzontalmente abbiamo il Punto 0 a sinistra, e a destra quello dei 35 giorni di distacco che io consiglio. 

Dal punto di vista verticale invece, tu che ti sei appena lasciato con la tua Ex ti trovi ad un -10, diciamo così. Sotto zero. È un valore simbolico. Quando comincio il mio periodo di No Contact – tra alti e bassi – l’obiettivo è risalire. 

Magari al trentacinquesimo giorno arrivo a +10: uno stato perlomeno positivo. Ma questo stato qui, “perlomeno positivo” in realtà non basta per avere un’attitudine seducente. Inglobando l’esempio di prima, se Pippo si trovasse a +10 non sarebbe abbastanza in forma per attirare Clara (che potrebbe essere, ricordiamo, in parte coinvolta da Rocco). Uno sto bene risicato non è sufficiente per tentare una Riconquista. 

Il No Contact preso come un “mi separo dall’altra persona e aspetto del tempo” è un No Contact fasullo. Non funziona. 

Perché? Perché se io non ho instaurato dentro di me una  strategia mentale mia, che mi aiuta a consolidare questo tipo di stato di distacco, quando contatterò nuovamente la mia Ex in caso di una risposta negativa crollerò a picco, emotivamente parlando. Invece che a -10, nel diagramma di prima, potrei finire a -30.

Presta attenzione a ciò che sto per dirti perché si tratta di un concetto davvero importante. 

Il No Contact funziona se lo usi bene

Quello che devo fare, quello su cui mi devo mentalizzare, in realtà è un’altra situazione, un qualcosa che in parte non ha nemmeno a che fare – in senso ristretto – con il No Contact.

Sto parlando di un periodo di Riabilitazione Emotiva. Perché è vero che io parto dal basso, dalla tristezza, ma se comincio un periodo di Riabilitazione Emotiva c’è caso che alla fine di questo percorso riuscirò ad arrivare ad un ottimo livello, un +70, per intenderci. (Ricordate che utilizzo valori numerici indicativi, utili solo per capirci, non da prendere alla lettera). 

Ecco, in questo caso come avrai intuito i due approcci di Riconquista differiranno enormemente. E quale sarà il più efficace? Quello in cui ti trovi a +10 o quello in cui ti trovi a +70? La risposta è più che trasparente. Sono distanti dal cielo alla terra.

Se ti senti bene di tuo, andare a interagire con Clara (che eventualmente ha il suo Rocco) ti porterà a farlo in modo diverso, più efficace. 

Non devi avere paura che durante il no contact si dimentichi di te

Ma si può avere paura del No Contact anche perché molte informazioni che si trovano online sono fuorvianti, inutili. Fingiamo che sia possibile rappresentare la sfera emotiva di Pippo con una piramide, un triangolo equilatero. 

Che cosa succede? Il punto più alto del triangolo, la cima della piramide, è quella che possiamo definire Attività Conscia, la mente razionale. 

La parte inferiore invece rappresenta la Parte Inconscia – la parte di iceberg che si trova sott’acqua, tanto per fare un altro esempio. Questo è il nostro inconscio. Funziona per ripetizione, familiarità e associazione. 

Quindi se inizialmente ho paura del No Contact potrò raccontarmi qualsiasi cosa a livello conscio, ma questo non andrà ad intaccare l’inconscio perché, come abbiamo detto, l’inconscio si basa sull’esperienza, su ciò che abbiamo vissuto. 

La paura è inconscia, è un processo primordiale. E lo stato primordiale va a dominare ogni nostro processo conscio. 

Di conseguenza per fare fronte alla paura devo imparare che cos’è durante la Riabilitazione Emotiva. Guardandola in faccia. E non trascinarmela dietro, come farei in un “No Contact sbagliato”. Ecco perché dopo una Riabilitazione Emotiva fatta come si deve si riesce ad essere liberi dalla paura.

Al termine di questo percorso sarai interessato alla tua Ex, certo, ma al tempo stesso anche distaccato. Non sarai più la persona che si attacca in modo sbagliato a un certo tipo di discorso – quello del “ti prego torna con me”, per intenderci.

E per darti un’idea molto al volo del perché ho parlato dell’inconscio, poco fa, ti dico che tutto deve passare attraverso l’Esperienza. Quando io dico qualcosa – qualsiasi cosa – tu puoi anche credermi, ma lo fai nella parte più alta del nostro triangolo: la tua parte conscia. In realtà ciò che decide il tuo comportamento è la parte inconscia: le tue pulsioni, le tue sensazioni. 

Ecco perché nella Riabilitazione Emotiva si deve agire sul livello basso che ci portiamo dentro. Quando senti chiunque che ti dice qualcosa sulla Riconquista, questa persona parla alla tua parte razionale, ma ciò che deciderà i tuoi comportamenti nel futuro prossimo è il tuo inconscio. Ecco perché a volte si assumono comportamenti controproducenti, sapendo di sbagliare.

Quando Pippo ha incontrato Clara per la primissima volta, il suo comportamento, quello che lui ha fatto in termini di attitudine, non partiva dalla parte conscia. O meglio, la sua parte conscia era giustificativa di un inconscio sicuramente più sereno di quello in cui tu ti trovi ora. Ecco perché si deve partire dal basso.

E come si fa a comprendere il proprio inconscio? Esplorandosi. 

E per quanto riguarda questo ovviamente non posso fornirti una soluzione in un articolo o in un video, perché se spiegassi un qualcosa da fare “alla radice” parlerei alla tua sfera conscia di cose che, probabilmente, risulterebbero inutili nel tuo caso specifico.

Ognuno di noi è diverso. Ognuno di noi processa le informazioni e metabolizza ciò che gli succede in modo unico. Che la paura possa essere generalizzata – perché simile per tutti – è un conto, ma come puoi facilmente intuire in questo caso stiamo parlando di tutt’altro. Si tratta di un argomento molto specifico, difficile. Non generalizzabile. 

I miei clienti lavorano a livello inconscio perché trovandomi in contatto con loro riesco a fornirgli indicazioni precise, e compiti che hanno lo scopo di stimolare determinate aree della loro sfera emotiva e mentale. Questo gli permette di creare nuova esperienza per l’inconscio, perché l’inconscio è mutevole: vivendo generi altra esperienza, che influirà sul tuo comportamento attraverso l’inconscio.

Per andare a modificare in un certo modo questa zona specifica necessitiamo di fare azioni che provano il contrario di ciò che pensiamo.

Faccio un esempio stupido: se abbiamo paura dei gatti, allora staremo tutto il giorno ad accarezzare gatti. Non fateci caso, serviva solo a rendere l’idea. 

Quando il no contact non serve

Quando si parla di stati emotivi molto più articolati e complessi – come l’abbandono, un argomento talmente tanto vasto che se dovessimo parlarne ora non finiremmo più – occorre lavorare in profondità. Solo in questo modo riuscirai a raggiungere uno stato emotivo sufficientemente alto, uno stato emotivo che ti permetterà di ricontattare la tua Ex nel modo giusto – e anche di questo arriveremo a parlare. 

Quindi, a prescindere dal fatto che Rocco ci sia o meno, a prescindere dal fatto che Clara rimanga in quella posizione o ne esca (o faccia, perdonatemi il francesismo, il cazzo che le pare), Pippo non deve focalizzarsi sul No Contact nudo e crudo. Deve focalizzarsi su un periodo di Riabilitazione Emotiva, che invece che fargli dire, dopo 35 giorni, “Sto benino”, gli permetta di gridare “Sto da dio!”.  Le azioni si compiono quando ci si trova a +70, non a +10 (o a -30). 

E se Pippo entrerà in questo tipo di mentalità vedrete che inizierà a sorridere. 

Queste sono le indicazioni generali che devono iniziare a girarti in testa, a farti pensare. Devi ragionare su queste cose. Indagare sulle tue emozioni. L’unico viaggio da fare nella Riabilitazione Emotiva non è verso l’esterno, ma verso l’interno, dentro di te. E questo l’aspetto più importante.

Se vuoi saperne di più clicca qui e scopri cosa fare dopo il No Contact.

Ti saluto e ti dò appuntamento al prossimo articolo.

Un abbraccio.

– Teo

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Teo Savin Creatore del Sistema La Amo Ancora

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